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lunedì 4 maggio 2015

Per amore del fumetto

Massino Fabbri e i sui compagni sono liberi professionisti che fanno lavori diversi e abitano in città diverse. Non sono giovanissimi, hanno tra i 30 e 40 anni e non si conoscono dai tempi della scuola, ma da appena qualche anno. Quello che li ha uniti è la passione per il fumetto. E un progetto particolare su cui da cinque anni investono denaro ed energie con grande entusiasmo: una casa editrice che produce e distribuisce fumetto indipendente completamente in digitale. “Quando Massimo mi ha parlato di questa sua idea molto folle, ho accettato immediatamente” racconta Alessio Tommasetti, oggi editor in chief del gruppo. E la reazione degli altri quattro soci non è stata tanto diversa. Così nel 2011 è nata ufficialmente la MadForComix...
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lunedì 27 aprile 2015

Anche tra gli stage ci sono belle opportunità

Volete mettere uno stage in cv? Ferrero sta cercando studenti e neolaureati in area ingegneristica-economica in Lussemburgo. Il rimborso spese è di 1500 euro mensili per chi si trasferisce in loco. Bain & Company a livello globale ha un centinaio di posti per tirocinanti. Ma ci sono anche le "offerte" di Red Bull On Stage, Unicredit,  Coca-Cola HBC Italia, Facebook e dell'European Medicine Agency...
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mercoledì 22 aprile 2015

Telecom fa employer branding

L’ha scritto anche il Corriere qualche settimana fa: si sta riaccendendo la “guerra dei talenti”. Proliferano rating e certificazioni in ambito “risorse umane”. Le aziende si mettono in mostra, fanno conoscere al mondo  tutte le loro belle qualità: dalle opportunità di formazione e crescita offerte all’orario flessibile, dal piano di benefit all’attenzione per diversity e sostenibilità ambientale, dalla mensa alla palestra aziendale e via dicendo. Vale anche in Italia. Telecom lo sta facendo proprio in questi giorni: la sua campagna istituzionale di employer branding è appena partita...
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mercoledì 15 aprile 2015

Riccardo e il suo sito di lezioni online

Riccardo Ocleppo, piemontese classe ’85, il “posto sicuro” l’aveva. Terminati gli studi, laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Torino e master in management alla London Business School, ha gestito per tre anni il canale e-commerce del 
Gruppo Buffetti.
Ma aveva anche un’idea tutta sua che gli girava in testa dai tempi dell’università:creare una piattaforma per lo scambio di appunti, un punto di riferimento per gli studenti. E, a un certo punto, ha deciso di provare se poteva funzionare. Da solo (“Alcuni amici mi hanno aiutato con i contenuti”, spiega) e con un budget minimo, nel 2010 ha messo 

in piedi Docsity.
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mercoledì 8 aprile 2015

A scuola di Twitter... in azienda

Social media in ufficio? Non è più uno scandalo. Anzi, ci sono aziende che insegnano ai lavoratori come utilizzarli. Per esempio UniCredit ha lanciato un programma ad hoc che si chiama "E SE... " per i suoi 140mila dipendenti in tutta Europa. Ovviamente l'obiettivo non è "favorire la distrazione", ma formare le persone su opportunità e rischi generati da questi nuovi canali sui quali quotidianamente si esprimono opinioni o si condividono passioni che possono incidere indirettamente sulla reputazione dell'azienda. E' un corso interattivo in modalità cartoon che, oltre a descrivere i principali social e le loro caratteristiche, si focalizza sulla strategia di comunicazione della banca e ha un capitolo dedicato ai comportamenti suggeriti. Insomma tratta Facebook & company come uno strumento del mestiere, da conoscere bene e usare, ma con molta cautela.

martedì 7 aprile 2015

Susanna assunta in Google a 24 anni

Giovanissima e assunta in Google. Susanna Garancini, 24 anni compiuti ad ottobre, lo scorso gennaio ha lasciato il suo paese in Brianza per Breslavia nella Polonia occidentale, dove l’aspettava un posto di associate account strategist nella società di Larry Page e Sergey Brin. Ed è solo la sua prima tappa come dipendente Google, già dall’inizio del prossimo anno potrà spostarsi: "Forse andrò a Dublino o altrove, non so ancora dove” dice.Come ha conquistato un posto (fisso) in una delle aziende più ambite dai giovani? Studiando (molto),  lavorando e girando il mondo.
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mercoledì 1 aprile 2015

Le commesse che non si trovano

Page Personnel, società che si occupa di ricerca e selezione di personale nell’ultimo anno ha visto crescere del 30% la richiesta di “profili commerciali". Non parliamo però dei "commessi tradizionali", ma di "commessi specializzati" (anzi soprattutto di "commesse specializzate"), persone che sanno l' inglese e almeno un’altra lingua straniera, meglio se cinese o giapponese, oppure russo (ma è meno richiesto di un tempo) o arabo. E anche che sono pronte spostarsi fuori città per lavorare. Perché a ricercare queste figure sono soprattutto gli outlet del lusso, strutture prese sempre più di mira dai turisti cinesi, giapponesi e arabi e un po’ meno (rispetto al passato) russi.
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venerdì 20 marzo 2015

In fila di notte per uno stage

L'altro giorno ho conosciuto un grafico appassionato del suo lavoro. Si chiama Francessco del Zompo ha 57 anni e  una bella esperienza professionale alle spalle: ha gestito uno studio di consulenza grafica per anni, ha fondato anche una rivista d’arte e fatti culturali, che si chiama “Ut” ed è ancora attiva.  Ma a causa della crisi un anno e mezzo fa ha dovuto mettere la sua società in liquidazione. L'ho conosciuto perché era una delle persone che hanno passato la notte della festa delle donne fuori dal centro lavoro di San Benedetto del Tronto, per aggiudicarsi uno stage. In coda al freddo per ore, come hanno polemizzato politici e non su alcuni giornali locali, a causa di un bando che ha previsto un criterio di selezione cronologico. Vale a dire che, a parità di situazione Isee e di disoccupazione, ottiene il rimborso per il tirocinio chi primo arriva. Ho raccontato la sua storia sulla Nuvola.

venerdì 13 marzo 2015

Mulltitasking? No, thank you

Rispondono al telefono, controllano le mail, portano avanti il lavoro, tutto insieme (o almeno così sembra). Le aziende li amano, anzi si più. In molti posti se non sei un "multitasker" rischi di non essere nemmeno preso in considerazione. E potrebbe essere una buona notizia, visto che il genere è diffusissimo: 98 lavoratori su 100 a livello globale dichiarano di svolgere più mansioni in parallelo. E anche noi Italiani, questa volta, stiamo al passo. Anzi addirittura vantiamo un'abbondante fetta (48%) che passa dal 54 al 74% del giorno con la testa su più “cose” contemporaneamente.
Ma è proprio così bello? A vedere quello che dicono gli esperti in materia non proprio. C'è chi, ricerche scientifiche alla mano, dimostra che in realtà non si fanno più lavori insieme, ma si passa freneticamente da uno all'altro a scapito della produttività, chi sottolinea che il multitasking inibisce la capacità di concentrazione e chi addirittura arriva a dire che fa male al cervello. E poi c'è un problema di buone maniere. Parlare con qualcuno e nel frattempo mandare un sms o leggere un documento non è così educato.
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mercoledì 4 marzo 2015

E ora si insegna con i fumetti

Fumetti a scuola? Non è un’ipotesi tanto fantasiosa. I «comics» stanno entrando nelle business school e non solo. Si usano per insegnare dal management all’economia, dalla leadership al marketing passando attraverso la gestione del conflitto. Poco al di là dal confine la Grenoble Ecole ne ha provato l’efficacia su 13 middle manager di StMicroelectronics e da ottobre li utilizza regolarmente nel suo Grande ecole master program. Ma anche l'Italia è al passo. Solo per fare qualche esempio li hanno "adottati" Istud, Mip, e anche il Politecnico di Milano.
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giovedì 26 febbraio 2015

I costi del talento sbagliato

Vi siete mai chiesti quanto può costare a un'azienda puntare sul talento sbagliato? Page Personnel quest'estate ha fatto un'analisi molto interessante a proprio a questo questo riguardo. E i risultati fanno sobbalzare. Per esempio se inserisci in area sales un giovane con un'esperienza dai tre ai cinque anni, che non ingrana e non supera il periodo di prova ci perdi più di 40 mila euro, mentre per un giovane ingegnere dall'alto potenziale nelle stessa situazione: quasi 60 mila. In ambito finanza l'azienda ci rimette un meno, soprattutto perché la formazione è meno costosa, ma siamo comunque sui 35 mila euro.
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Videogames: la passione può diventare lavoro

Se siete appassionatissimi di Videogames, potete provarci. Trasformare la passione in lavoro non è così difficile. Almeno dal punto di vista delle opportunità che offre il mercato. La crisi c'è anche qui, ma ci sono anche numeri confortanti. Come quelli della Statale di Milano: il 66% degli studenti informatici che hanno svolto la tesi in area videoludica negli ultimi anni ha trovato il posto già prima di laurearsi. Oppure, per fare un esempio all'estero, quelli della City University London:
l'84% dei suoi neolaureati in computer gaming  viene assunto entro 6 mesi dal titolo e si arriva al 100% per chi mette in curriculum uno stage. Ma, soprattutto, sfogliando le pagine careers delle softwarehouse si trova una ricerca di programmatori, game designer, artisti, animatori e altri professionisti del settore è sorprendentemente numerosa. Qualche nome di azienda con posizioni aperte? Ubisoft, Rockstar Games,  Sega Europe.
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La carriera del ceo? Può passare dalle risorse umane


Ebbene sì, la carriera di un ceo può cominciare dalle risorse umane. O almeno passarci. E' stato così per Mary Teresa Barra, prima donna ceo di un colosso automobilistico, 35ima della prestigiosa «World's 100 most powerful women» di Forbes: il rampante ingegnere elettrico, madre di due figli, ha lavorato tre anni nelle Hr. E se ci si guarda in giro si scopre che Mary, ha qualche «collega». A cominciare da Nigel Travis, ceo e presidente del Dunkin'Brands Group: «La mia unica ambizione era essere il migliore Hr possibile», ha raccontato lo scorso anno a Forbes Mr Travis, che è laureato in risorse umane e ha lavorato in quel campo per 20 anni, prima di scalare i vertici aziendali. Ma anche Anne Mulcahy ex ceo del produttore di stampanti e fotocopiatrici Xerox, ha orbitato nell'ambito per diversi anni. Ed esperienze nell'area hanno pure Sam Allen, attuale numero uno del costruttore di macchinari agricoli John Deere, Steven L. Newman della società di trivellazione Transocean e Jim Smith, il ceo di Thomson Reuters.
Ma il fenomeno riguarda anche noi: in Italia c'è chi dalle risorse umane è arrivato in alto. Due esempi? Eliano Omar Lodesani, chief operating officer d'Intesa Sanpaolo: si è occupato di «personale» per i primi 20 anni della sua carriera. E un passaggio nell'area l'ha in cv pure Roberto Masi, l'amministratore delegato di McDonald's Italia.

Feria libera: sogno o incubo?

E se il capo vi lasciasse liberi di stare a casa del lavoro quando volete? Lo ha fatto Richard Branson, l'eccentrico patron della Virgin dopo l'estate. Ha lanciato direttamente dal suo blog la politica delle ferie libere: ore e giorni off senza chiedere il permesso a nessuno per i suoi 170 dipendenti degli headoffice Usa e Uk. E naturalmente l'effetto della notizia è stato dirompente su giornali, siti, blog di tutto il globo (Italia inclusa). Qualcuno è arrivato, addirittura, a evocare la Libertà dalla schiavitù. Ma la feria libera ha una faccia nascosta. Branson stesso si è affrettato a precisare che si può stare a casa dal lavoro sì, ma quando si è certi al 100% di aver sotto controllo tutto (anche i progetti della propria squadra) e di non danneggiare il business. Il che potrebbe far scattare la domanda: "E se questo momento di calma non arrivasse mai?".
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venerdì 6 febbraio 2015

Il "vecchio" biglietto da visita? No, non se ne può fare a meno

Ebbene sì, nell'era tecnologica e delle rottamazioni il biglietto da visita non va in pensione. Personalmente non sono mai stata tra i suoi fan. Anzi, peggio: l'ho sempre giudicato un’usanza “Neanderthal”. Ma la realtà è un'altra: il "cartoncino" nel terzo millennio è utile, anzi necessario.  L'ha dovuto ammettere anche una come Joanna Stern, la personal tech columnist del Wall Street Journal: “Come fanno le menti più tecnologiche del pianeta a scambiarsi i contatti oggi? - ha scritto - Si scambiano i biglietti da visita. E la sola cosa peggiore di scambiarsi i biglietti da visita è non esserne muniti”. Attenti però a non esagerare.
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Il Capo? Meglio maschio

Solo il 23% dei lavoratori americani sceglierebbe una donna al comando. Lo dice  una delle più note case di sondaggio d'Oltreoceano, la Gallup. 
C'è da dire che da  quando la Gallup cominciò a "interrogare" su questi argomenti i consensi per il cromosoma X sono saliti. Ma si parla di un miglioramento minimo dal lontano 1953. In questi 60 anni è caduto il muro di Berlino, è stata sconfitta l'Apartheid, si è trasformato il mondo, ma il gap tra i generi è rimasto ben saldo.
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Curriculum: con la crisi aumentano le bugie

Troppa enfasi, iperboli, omissioni, veniali imprecisioni, ma anche sparate tanto grosse da finire sui giornali: cresce la tendenza a ritoccare il curriculum. Un esperto di selezione su 3 ha raccontato a Careerbuilder che il “problema” in America è peggiorato con la recessione. Ma anche in Italia non è molto diverso.
Si mente sulle date (oggi per coprire "buchi"), si gonfiano le qualifiche e le competenze, ci si inventa sportivi.  Ma la “bugia” più diffusa dei nostri tempi  secondo Francesca Contardi, amministratore delegato di Page Personnel è sul fronte fotografia. Photoshop fa grandi miracoli. Ed, ebbene sì, qui a “peccare” sono soprattutto le donne.

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