Massino Fabbri e i sui compagni sono liberi professionisti che fanno
lavori diversi e abitano in città diverse. Non sono giovanissimi, hanno
tra i 30 e 40 anni e non si conoscono dai tempi della scuola, ma da
appena qualche anno. Quello che li ha uniti è la passione per il
fumetto. E un progetto particolare su cui da cinque anni investono
denaro ed energie con grande entusiasmo: una casa editrice che produce e
distribuisce fumetto indipendente completamente in digitale. “Quando
Massimo mi ha parlato di questa sua idea molto folle, ho accettato
immediatamente” racconta Alessio Tommasetti, oggi editor in chief del
gruppo. E la reazione degli altri quattro soci non è stata tanto
diversa. Così nel 2011 è nata ufficialmente la MadForComix...
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lunedì 4 maggio 2015
lunedì 27 aprile 2015
Anche tra gli stage ci sono belle opportunità
Volete mettere uno stage in cv? Ferrero sta cercando studenti e neolaureati in area ingegneristica-economica in Lussemburgo. Il rimborso spese è di 1500 euro mensili per chi si trasferisce in loco. Bain & Company a livello globale ha un centinaio di posti per tirocinanti. Ma ci sono anche le "offerte" di Red Bull On Stage, Unicredit, Coca-Cola HBC Italia, Facebook e dell'European Medicine Agency...
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mercoledì 22 aprile 2015
Telecom fa employer branding
L’ha scritto anche il Corriere qualche settimana fa: si sta riaccendendo
la “guerra dei talenti”. Proliferano rating e certificazioni in ambito
“risorse umane”. Le aziende si mettono in mostra, fanno conoscere al
mondo tutte le loro belle qualità: dalle opportunità di formazione e
crescita offerte all’orario flessibile, dal piano di benefit
all’attenzione per diversity e sostenibilità ambientale, dalla mensa
alla palestra aziendale e via dicendo. Vale anche in Italia. Telecom lo
sta facendo proprio in questi giorni: la sua campagna istituzionale di
employer branding è appena partita...
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mercoledì 15 aprile 2015
Riccardo e il suo sito di lezioni online
Riccardo Ocleppo, piemontese classe ’85, il “posto sicuro” l’aveva.
Terminati gli studi, laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di
Torino e master in management alla London Business School, ha gestito
per tre anni il canale e-commerce del
Gruppo Buffetti.
Ma aveva anche un’idea tutta sua che gli girava in testa dai tempi dell’università:creare una piattaforma per lo scambio di appunti, un punto di riferimento per gli studenti. E, a un certo punto, ha deciso di provare se poteva funzionare. Da solo (“Alcuni amici mi hanno aiutato con i contenuti”, spiega) e con un budget minimo, nel 2010 ha messo
in piedi Docsity.
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Gruppo Buffetti.
Ma aveva anche un’idea tutta sua che gli girava in testa dai tempi dell’università:creare una piattaforma per lo scambio di appunti, un punto di riferimento per gli studenti. E, a un certo punto, ha deciso di provare se poteva funzionare. Da solo (“Alcuni amici mi hanno aiutato con i contenuti”, spiega) e con un budget minimo, nel 2010 ha messo
in piedi Docsity.
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mercoledì 8 aprile 2015
A scuola di Twitter... in azienda
martedì 7 aprile 2015
Susanna assunta in Google a 24 anni
Leggi il mio post sulla "Nuvola del Lavoro"
mercoledì 1 aprile 2015
Le commesse che non si trovano
Page Personnel, società che si occupa di ricerca e selezione di personale nell’ultimo anno ha visto crescere del 30% la richiesta di “profili commerciali". Non parliamo però dei "commessi tradizionali", ma di "commessi specializzati" (anzi soprattutto di "commesse specializzate"), persone che sanno l' inglese e almeno un’altra lingua straniera, meglio se cinese o giapponese, oppure russo (ma è meno richiesto di un tempo) o arabo. E anche che sono pronte spostarsi fuori città per lavorare. Perché a ricercare queste figure sono soprattutto gli outlet del lusso, strutture prese sempre più di mira dai turisti cinesi, giapponesi e arabi e un po’ meno (rispetto al passato) russi.
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venerdì 20 marzo 2015
In fila di notte per uno stage
L'altro
giorno ho conosciuto un grafico appassionato del suo lavoro. Si chiama
Francessco del Zompo ha 57 anni e una bella esperienza professionale
alle spalle: ha gestito uno studio di consulenza grafica per anni, ha
fondato anche una rivista d’arte e fatti culturali, che si chiama “Ut”
ed è ancora attiva. Ma a causa della crisi un anno e mezzo fa ha dovuto mettere la sua società in liquidazione. L'ho conosciuto perché era
una delle persone che hanno passato la
notte della festa delle donne fuori dal centro lavoro di San Benedetto del Tronto, per
aggiudicarsi uno stage. In coda al freddo per ore, come hanno
polemizzato politici e non su alcuni giornali locali, a causa di un
bando che ha previsto un criterio di selezione cronologico. Vale a dire
che, a parità di situazione Isee e di disoccupazione, ottiene il
rimborso per il tirocinio chi primo arriva. Ho raccontato la sua storia sulla Nuvola.
venerdì 13 marzo 2015
Mulltitasking? No, thank you
Rispondono al telefono, controllano le mail, portano avanti il lavoro, tutto insieme (o almeno così sembra). Le aziende li amano, anzi si più. In molti posti se non sei un "multitasker" rischi di non essere nemmeno preso in considerazione. E potrebbe essere una buona notizia, visto che il genere è diffusissimo: 98 lavoratori su 100 a livello globale dichiarano di svolgere più mansioni in parallelo. E anche noi Italiani, questa volta, stiamo al passo. Anzi addirittura vantiamo un'abbondante fetta (48%) che passa dal 54 al 74% del giorno con la testa su più “cose” contemporaneamente.
Ma è proprio così bello? A vedere quello che dicono gli esperti in materia non proprio. C'è chi, ricerche scientifiche alla mano, dimostra che in realtà non si fanno più lavori insieme, ma si passa freneticamente da uno all'altro a scapito della produttività, chi sottolinea che il multitasking inibisce la capacità di concentrazione e chi addirittura arriva a dire che fa male al cervello. E poi c'è un problema di buone maniere. Parlare con qualcuno e nel frattempo mandare un sms o leggere un documento non è così educato.
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Ma è proprio così bello? A vedere quello che dicono gli esperti in materia non proprio. C'è chi, ricerche scientifiche alla mano, dimostra che in realtà non si fanno più lavori insieme, ma si passa freneticamente da uno all'altro a scapito della produttività, chi sottolinea che il multitasking inibisce la capacità di concentrazione e chi addirittura arriva a dire che fa male al cervello. E poi c'è un problema di buone maniere. Parlare con qualcuno e nel frattempo mandare un sms o leggere un documento non è così educato.
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mercoledì 4 marzo 2015
E ora si insegna con i fumetti
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giovedì 26 febbraio 2015
I costi del talento sbagliato
Vi siete mai chiesti quanto può costare a un'azienda puntare sul talento sbagliato? Page Personnel quest'estate ha fatto un'analisi molto interessante a proprio a questo questo riguardo. E i risultati fanno sobbalzare. Per esempio se inserisci in area sales un giovane con un'esperienza dai tre ai cinque anni, che non ingrana e non supera il periodo di prova ci perdi più di 40 mila euro, mentre per un giovane ingegnere dall'alto potenziale nelle stessa situazione: quasi 60 mila. In ambito finanza l'azienda ci rimette un meno, soprattutto perché la formazione è meno costosa, ma siamo comunque sui 35 mila euro.
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Videogames: la passione può diventare lavoro
Se siete appassionatissimi di Videogames, potete provarci. Trasformare la passione in lavoro non è così difficile. Almeno dal punto di vista delle opportunità che offre il mercato. La crisi c'è anche qui, ma ci sono anche numeri confortanti. Come quelli della Statale di Milano: il 66% degli studenti informatici che hanno svolto la tesi in area videoludica negli ultimi anni ha trovato il posto già prima di laurearsi. Oppure, per fare un esempio all'estero, quelli della City University London:
l'84% dei suoi neolaureati in computer gaming viene assunto entro 6 mesi dal titolo e si arriva al 100% per chi mette in curriculum uno stage. Ma, soprattutto, sfogliando le pagine careers delle softwarehouse si trova una ricerca di programmatori, game designer, artisti, animatori e altri professionisti del settore è sorprendentemente numerosa. Qualche nome di azienda con posizioni aperte? Ubisoft, Rockstar Games, Sega Europe.
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l'84% dei suoi neolaureati in computer gaming viene assunto entro 6 mesi dal titolo e si arriva al 100% per chi mette in curriculum uno stage. Ma, soprattutto, sfogliando le pagine careers delle softwarehouse si trova una ricerca di programmatori, game designer, artisti, animatori e altri professionisti del settore è sorprendentemente numerosa. Qualche nome di azienda con posizioni aperte? Ubisoft, Rockstar Games, Sega Europe.
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La carriera del ceo? Può passare dalle risorse umane
Ebbene sì, la carriera di un ceo può cominciare dalle risorse umane. O almeno passarci. E' stato così per Mary Teresa Barra, prima donna ceo di un colosso automobilistico, 35ima della prestigiosa «World's 100 most powerful women» di Forbes: il rampante ingegnere elettrico, madre di due figli, ha lavorato tre anni nelle Hr. E se ci si guarda in giro si scopre che Mary, ha qualche «collega». A cominciare da Nigel Travis, ceo e presidente del Dunkin'Brands Group: «La mia unica ambizione era essere il migliore Hr possibile», ha raccontato lo scorso anno a Forbes Mr Travis, che è laureato in risorse umane e ha lavorato in quel campo per 20 anni, prima di scalare i vertici aziendali. Ma anche Anne Mulcahy ex ceo del produttore di stampanti e fotocopiatrici Xerox, ha orbitato nell'ambito per diversi anni. Ed esperienze nell'area hanno pure Sam Allen, attuale numero uno del costruttore di macchinari agricoli John Deere, Steven L. Newman della società di trivellazione Transocean e Jim Smith, il ceo di Thomson Reuters.
Ma il fenomeno riguarda anche noi: in Italia c'è chi dalle risorse umane è arrivato in alto. Due esempi? Eliano Omar Lodesani, chief operating officer d'Intesa Sanpaolo: si è occupato di «personale» per i primi 20 anni della sua carriera. E un passaggio nell'area l'ha in cv pure Roberto Masi, l'amministratore delegato di McDonald's Italia.
Feria libera: sogno o incubo?
E se il capo vi lasciasse liberi di stare a casa del lavoro quando volete? Lo ha fatto Richard Branson, l'eccentrico patron della Virgin dopo l'estate. Ha lanciato direttamente dal suo blog la politica delle ferie libere: ore e giorni off senza chiedere il permesso a nessuno per i suoi 170 dipendenti degli headoffice Usa e Uk. E naturalmente l'effetto della notizia è stato dirompente su giornali, siti, blog di tutto il globo (Italia inclusa). Qualcuno è arrivato, addirittura, a evocare la Libertà dalla schiavitù. Ma la feria libera ha una faccia nascosta. Branson stesso si è affrettato a precisare che si può stare a casa dal lavoro sì, ma quando si è certi al 100% di aver sotto controllo tutto (anche i progetti della propria squadra) e di non danneggiare il business. Il che potrebbe far scattare la domanda: "E se questo momento di calma non arrivasse mai?".
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venerdì 6 febbraio 2015
Il "vecchio" biglietto da visita? No, non se ne può fare a meno
Ebbene sì, nell'era tecnologica e delle rottamazioni il biglietto da visita non va in pensione. Personalmente non sono mai stata tra i suoi fan. Anzi, peggio: l'ho sempre giudicato un’usanza “Neanderthal”. Ma la realtà è un'altra: il "cartoncino" nel terzo millennio è utile, anzi necessario. L'ha dovuto ammettere anche una come Joanna Stern, la personal tech columnist del Wall Street Journal: “Come fanno le menti più tecnologiche del pianeta a scambiarsi i contatti oggi? - ha scritto - Si scambiano i biglietti da visita. E la sola cosa peggiore di scambiarsi i biglietti da visita è non esserne muniti”. Attenti però a non esagerare.
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Il Capo? Meglio maschio
C'è da dire che da quando la Gallup cominciò a "interrogare" su questi argomenti i consensi per il cromosoma X sono saliti. Ma si parla di un miglioramento minimo dal lontano 1953. In questi 60 anni è caduto il muro di Berlino, è stata sconfitta l'Apartheid, si è trasformato il mondo, ma il gap tra i generi è rimasto ben saldo.
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Curriculum: con la crisi aumentano le bugie
Troppa enfasi, iperboli, omissioni, veniali imprecisioni, ma anche sparate tanto grosse da finire sui giornali: cresce la tendenza a ritoccare il curriculum. Un esperto di selezione su 3 ha raccontato a Careerbuilder che il “problema” in America è peggiorato con la recessione. Ma anche in Italia non è molto diverso.
Si mente sulle date (oggi per coprire "buchi"), si gonfiano le qualifiche e le competenze, ci si inventa sportivi. Ma la “bugia” più diffusa dei nostri tempi secondo Francesca Contardi, amministratore delegato di Page Personnel è sul fronte fotografia. Photoshop fa grandi miracoli. Ed, ebbene sì, qui a “peccare” sono soprattutto le donne.
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Si mente sulle date (oggi per coprire "buchi"), si gonfiano le qualifiche e le competenze, ci si inventa sportivi. Ma la “bugia” più diffusa dei nostri tempi secondo Francesca Contardi, amministratore delegato di Page Personnel è sul fronte fotografia. Photoshop fa grandi miracoli. Ed, ebbene sì, qui a “peccare” sono soprattutto le donne.
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