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giovedì 26 febbraio 2015

La carriera del ceo? Può passare dalle risorse umane


Ebbene sì, la carriera di un ceo può cominciare dalle risorse umane. O almeno passarci. E' stato così per Mary Teresa Barra, prima donna ceo di un colosso automobilistico, 35ima della prestigiosa «World's 100 most powerful women» di Forbes: il rampante ingegnere elettrico, madre di due figli, ha lavorato tre anni nelle Hr. E se ci si guarda in giro si scopre che Mary, ha qualche «collega». A cominciare da Nigel Travis, ceo e presidente del Dunkin'Brands Group: «La mia unica ambizione era essere il migliore Hr possibile», ha raccontato lo scorso anno a Forbes Mr Travis, che è laureato in risorse umane e ha lavorato in quel campo per 20 anni, prima di scalare i vertici aziendali. Ma anche Anne Mulcahy ex ceo del produttore di stampanti e fotocopiatrici Xerox, ha orbitato nell'ambito per diversi anni. Ed esperienze nell'area hanno pure Sam Allen, attuale numero uno del costruttore di macchinari agricoli John Deere, Steven L. Newman della società di trivellazione Transocean e Jim Smith, il ceo di Thomson Reuters.
Ma il fenomeno riguarda anche noi: in Italia c'è chi dalle risorse umane è arrivato in alto. Due esempi? Eliano Omar Lodesani, chief operating officer d'Intesa Sanpaolo: si è occupato di «personale» per i primi 20 anni della sua carriera. E un passaggio nell'area l'ha in cv pure Roberto Masi, l'amministratore delegato di McDonald's Italia.

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