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martedì 5 marzo 2013

Gli "yahooer" tornano in ufficio

Mentre  sempre più si sta andando verso orari flessibili e lavoro (almeno in parte) da casa, c'è chi fa il passo inverso. E, ancor più sorprendente, non parliamo di un'azienda qualunque, ma di una realtà ad alto contenuto tecnologico: Yahoo. Entro giugno tutti gli "yahooer" dovranno presentarsi in ufficio (a meno, ovviamente, che non abbiano un'ottima giustificazione per non farlo). Così ha deciso la nuova chief executive Marissa Mayer. Il motivo c'è ed è serio: una capitalizzazione di mercato scivolata a 25 miliardi di dollari dai 125 del 2000. Ma la scelta sta facendo discutere. Ci sono anche commenti positivi. Come il tweet di Donald Trump: "Giusto chiedere che i dipendenti di Yahoo non stiano a casa ma in azienda". Ma le critiche sono molte: da "così non si aiutano le madri lavoratrici" fino a "i migliori talenti fuggiranno da Yahoo". Ma si "spingerà" almeno la performance? "The Economist," uno dei più autorevoli giornali economici, è poco fiducioso al proposito. Titola eloquentemente: "Mayer culpa. Obbligare i lavoratori ad andare in ufficio è un sintomo dei problemi di Yahoo, non una soluzione".

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