Questa settimana, dopo tanti anni che scrivo di master, ho
fatto qualcosa che non avevo mai fatto prima: una full immersion
in un mba. Anzi in un executive mba: ho partecipato con giornalisti di altri Paesi al seminario europeo di inaugurazione di quello
della ESCP Europe. La Escp Europe è una business school che ha quasi duecento anni, ha campus
a Parigi, Londra, Berlino, Madrid e, da qualche anno, anche a Torino e vanta un'ottima posizione nel ranking globale 2012 del Financial Times: 3° posto per internazionalità, 5° per
avanzamento di carriera e 21° nel complesso. Il seminario era a Bruxelles e sono stata lì per due giorni full time, insieme agli studenti del master: un mix di manager e imprenditori di tutto il mondo (ci sono pure
4 italiani) con esperienza media di 10 anni ed età media
di 35 anni. Ho avuto la possibilità di partecipare a corsi (che
hanno spaziato dalla crisi dell'euro alle lobby) e a conferenze, di visitare il parlamento Europeo, di
parlare con professori e alunni. Il livello ovviamente è alto, l'ambiente molto internazionale, il dibattito in aula accesissimo. Mi hanno colpito veramente gli studenti, persone adulte (ci sono diversi
ultraquarantenni), che si mettono in gioco (facendo uno sforzo notevole anche a livello d'impegno) per dare una
marcia in più alla loro
carriera e sono determinate a raggiungere l'obiettivo. Ma a
prescindere dall'esito professionale dell'esperienza, intanto, la vivono con enorme entusiasmo.
Per Coldiretti i nuovi mestieri del gusto creeranno almeno 100mila posti
di lavoro nei prossimi 3 anni. Quali sono? Si va dall'agrigelataio, un
allevatore che trasforma direttamente in azienda il latte in gelato, al
personal trainer dell’orto, un agricoltore che offre tutoraggio a
domicilio a chi vuole imparare a coltivare la terra, dal sommelier della
frutta al food blogger. La rivista Forbes ha stilato una lunga lista di nuove professioni destinate a crescere. Come il millennial generational expert, il social media manager, il consulente in ambito
sostenibilità o il chief listening officer. Malgrado il mercato del
lavoro sia in crisi profonda, nel nuovo millennio sono nate delle figure
professionali e diverse già esistenti si sono rinnovate radicalmente.
Non solo alcune di queste sono molto richieste e, secondo gli esperti, lo
saranno ancora di più in futuro. Continua
Davo per scontato che chi lavora meglio è più soddisfatto e più legato
all'azienda dei colleghi. Invece potrebbe anche non essere così. Di
certo non è di questa idea Leadership IQ, una società di Washington che
fa indagini sul coinvolgimento dei dipendenti e training in ambito
leadership da 12 anni. Da un suo studio recente esce, infatti, che nel
42% delle società (ne ha considerate 207 in tutto) i low performer sono i
più motivati e coinvolti, mentre i middle e high performance lo sono
meno. Ne ha parlato Susan Adams, la blogger esperta di carriere di
Forbes, ma ho visto che ne hanno scritto anche il Wall Street Journal e
altri siti. In effetti è un risultato sorprendente e, se rispecchiasse
davvero la realtà, sarebbe anche piuttosto frustrante. Vorrebbe dire che spesso chi lavora meglio non ama la sua azienda e chi lavora male non se ne rende conto. Una situazione paradossale.
L'ultimo l'ho appena visto. Un annuncio di lavoro per giornalisti free-lance, pubblicato su un
sito serio. Cerca persone professionali,
puntuali, accurate che scrivano articoli in inglese. La retribuzione
proposta? 10 euro (non si capisce se lordi o netti) per un pezzo di
2500-3000 battute. Vi pare poco? Gira anche di molto peggio. Negli scorsi
giorni ho letto annunci che proponevano 2-3 euro a pezzo, uno
addirittura 1 euro. E il tutto alla luce del sole. Vuole dire che è
una pratica diffusa e pure accettata evidentemente. Eppure sembrerebbe in tutto e per tutto sfruttamento della peggior specie.